Soft Start: protezione per sovraccarichi
Dicembre 4, 2020NOTA: Il presente articolo contiene note di revisione in calce aggiunte il 26/10/2022
A chi di noi “radiosmanettoni” non è capitato, al momento dell’accensione di un apparecchio, anche non molto vetusto, di ritrovarsi con il differenziale che stacca continuamente o in casi estremi il fusibile interrotto. Dopo qualche tentativo di riarmo e fusibile sostituito, il tutto riprende a funzionare lasciando un punto interrogativo che ci assiste fino alla successiva accensione dello stesso apparecchio. In genere le apparecchiature che restituiscono questi fenomeni sono, amplificatori non solo valvolari, alimentatori di grossa potenza, ricetrasmettitori a valvole, o comunque un qualsiasi apparecchio che al momento dell’accensione produce un carico iniziale non previsto in tempi estremamente brevi, ma utili a far intervenire il classico interruttore differenziale, lasciando al buio tutto l’appartamento. Tutto ciò può dipendere da cause che andrebbero esaminate nei dettagli a seconda del caso, spesso una batteria di condensatori dello stadio alimentazione dove l’elettrolita interno ha lasciato spazio a cristallizzazioni più o meno marcate che a riposo sono innocue, sottoposte a differenza di potenziale procurano correnti di picco notevoli, oppure anche lo stesso trasformatore che per problemi di isolamento crea carico eccessivo immediato per poi liberare subito dopo aver creato il danno. Bisogna tenere conto che la maggior parte di accessori radio in possesso tra noi radioamatori, fanno capo ad una produzione in una fascia temporale dove l’energia elettrica domestica fornita era di 220v in condizioni ottimali, spesso non superava i 216v, oggi ci troviamo nella presa di casa circa 235v.
Il mio valido e anziano Kenwood TL-922 ogni tanto mi procurava questo tipo anomalia, ed è stato il motivo che mi ha indotto a sperimentare questo circuito. Di progetti simili a questo che sto per proporre ve ne sono in rete e magari in commercio, già pronti, io mi rivolgo a coloro che hanno la ancora passione e un minimo di interesse per la materia, capaci di sfruttare con destrezza un saldatore ed un po’ di stagno. Il circuito si interpone subito dopo l’interruttore di accensione, fa da temporizzatore inserendo in serie alla rete una resistenza che ha funzione di limitare la corrente massima, consentendo agli stadi successivi di raggiungere il regime evitando di sovraccaricare, la rete stessa, a regime raggiunto, un relais provvede a escludere la resistenza suddetta permettendo all’apparecchio di funzionare.
Schema elettrico
Descrivere il circuito è semplice, si compone di due blocchi, un alimentatore senza trasformatore, dato l’esiguo consumo, e un temporizzatore con tempo di intervento di poco meno di un secondo. L’alimentazione è fissata ad un valore di 12,6v dallo zener D6, è ricavata dalla rete direttamente tramite C1 e R4, i quattro diodi 1N4004 o simili configurati come raddrizzatore a doppia semionda. Quindi al momento della accensione ai capi di C2 sono presenti 12,6v. La parte di circuito formata da R2, R3, C3 hanno funzione di temporizzazione, il transistor Q1 eccita il relais a soglia raggiunta, il diodo D5 ha funzione di protezione, nel momento dello spegnimento evita che l’energia immagazzinata nella bobina del relais danneggi qualche componente del circuito . Il diodo D7 serve a scaricare C3 in modo veloce, nel momento in cui viene spento l’apparecchio. Ho utilizzato un tipo di relais a due scambi per renderlo compatibile a carichi più impegnativi contenendo le dimensioni. Bisogna considerare che ogni parte del circuito e collegata alla rete, quindi invito chi si avvia alla realizzazione di curare bene gli isolamenti e prestare particolare cura all’istallazione. Anche una soluzione su supporto tipo millefori è accettabile. Nelle foto sottostanti propongo il pcb creato da me, lato rame e layout dei componenti. In una qualsiasi apparecchiatura va istallato dopo l’interruttore di alimentazione.
Elenco dei componenti
R1 = 100 k
R2 = 120 k
R3 = 10 k
R4 = 470 ohm 1w
R5 = 47 ohm 10w
C1 = 0,47 uF 630v
C2 = 470 uF 35v
C3 = 470 uF 16v
D1, D2, D3, D4 = 1N4004
D5, D7 = 1N4148
D6 = zener 24v 1 w
Sullo schema va aggiornatoRelais 24v 2 scambi
Q1 = BD139 o simili
Non ho previsto nel circuito un fusibile di protezione in quanto in tutte le apparecchiature dove lo si istalla è di sicuro già presente. Non è superfluo specificare che il circuito e sottoposto a tensione di rete, suggerisco di curare bene gli isolamenti e di evitare manovre a spina inserita.
Di seguito è possibile anche scaricare i file di EAGLE formato 9.20
Conclusione
Il progetto suggerito in questo articolo è un ottima soluzione a tutte quelle apparecchiature che come consumo elettrico superano il KW in potenza, montarlo anche a monte inserito in una soluzione esterna evita non solo di restare al buio, ma in tanti casi di complicare i guasti. In tal caso utilizzando una scatola ben isolata, aggiungendo un interruttore e un portafusibile sul pannello.
NOTA: Revisione del 26/10/2022
Corrige e migliorie
«Carichi induttivi…»
A seguito di numerose “questions” e richieste da parte di lettori che hanno realizzato questo progetto, mi sono reso disponibile a valutare e risolvere le difficoltà sollevate .
Il sig. Antonio M. (per motivi connessi alla privacy cito solo il nome) di Roma mi poneva la difficoltà, realizzato il circuito, lo stesso aveva difficoltà a commutare il relais raggiunti i tempi di warm-up, connesso ad un motore pompa utilizzato dal lettore per irrigare un giardino. Il motivo valutato a mezzo sperimentazione era causato in parte dalla tipologia di carico ( induttivo ) che comprometteva il funzionamento del pseudo alimentatore composto dalla rete R4 , C1, D6 dove bastava per ovviare alla anomalia, ridurre il valore di R4 a 220 ohm e stabilizzare a 15v invece di 12,6v usando un D6 oppurtuno. La soluzione di stabilizzare a 15v è ragionata in merito al fatto che, il transistor NPN con carico sul collettore, ha comunque una Vce che risulterebbe trascurabile utilizzando un relais a tensione minore , nel nostro caso compensiamo incrementando la tensione di alimentazione a 15v – 3 di Vce il relais viene alimentato al suo valore di tensione nominale.
«Il relais che sgancia al variare del carico»
Il fenomeno descritto da sig. Giulio di Firenze, montato il tutto all’interno del suo amplificatore CB della magnum ME600, durante l’utilizzo quindi in presenza di consumi elevati, il relais tende a sganciare e di conseguenza la resistenza R5 riscalda in maniera considerevole.
Anomalia causata dalla polarizzazione di base del transistor, che al fine di rispettare i tempi R*C per ottenere un ritardo di almeno un secondo, avevo posto al limite la corrente di base del Transistor . Difficoltà sormontabile modificando il partitore R2, R3 con i valori rispettivi
R2 = 68 Kohm
R3 = 27 Kohm
Inoltre l’utilizzo di un transistor BD139 è stata una scelta scaturita dalla corposa disponibilità in mio possesso, forse un po’ eccessivo anche perché le correnti in gioco sono basse e le dissipazioni minime. Si può usare come sostituto anche un 2SC1815 oppure 2SC945 senza modificare il PCB.
I più pignoli possono modificare lo stampato.
Nella foto in basso riporto un esempio di modifica veloce con le migliorie apportate.
A seguito di queste migliorie non ho avuto segnalazioni o difficoltà ulteriori, resto in ogni caso disponibile a chi ha domande o difficoltà .
Ciro De Biase, ingegnere elettronico, docente e radioamatore (IW8EZU)
[…] Riporto l'articolo originale da elettronicamaker: […]
Grazie per aver citato l’articolo
Salve. Volevo una informazione riguardo al diodo D6. Lo zener è da 24V ma non capisco quando L articolo spiega che la tensione è fissata a 12.6v ai capi di C2, considerando che il relè è da 24 vdc. Come viene ricavata questa tensione?
Grazie anticipatamente,
Carmine
Salve a tutti, voglio condividere la mia esperienza con il circuito dell’Ing.De Biase.
Due mesi fa ho avuto un guasto al mio vecchio alimentatore cep da 45A in funzione dal 1996,
cosi dopo la sostituzione del ponte raddrizzatore e dei condensatori di filtraggio mi sono messo alla ricerca di qualche qualche soft start di semplice realizzazione e che funzionasse veramente.
Dopo qualche ricerca ho trovato questo progetto, devo dire che mi ha colpito la semplicità circuitale,
niente ne555 o temporizzatori (signori quello che non c’è non si rompe) senza sottovalutare poi la facilità con cui si presta alla modifica e all’adattamento, infatti la temporizzazione può cambiare giocando con i valori delle resistenze R2/R3 e del condensatore c3.
Per chi già pensa “oltre” suggerisco di non usare resistenze variabili, semmai ricavatevi i valori e poi sostituirli con resistenze fisse.
Mentre per i più distratti come me nel reperire la componentistica, relè e zener vanno accoppiati, zener 12v per relè 12v, zener 24v per relè 24v.
Dopo aver riprodotto il circuito con il metodo che ogni uno ritiene più consono (cnc, press and peel, pennerello, fotoincisione, etc etc), si procede al montaggio anche esso molto semplice;
io personalmente sono partito montando al pcb 4 supporti isolati in plastica e i due connettori in/out, poi in sequenza si procede con C1, i 4 diodi raddrizzatori, R4 e lo zener.
Ho fatto un piccolo check alimentando il circuito e misuriamo la tensione ai capi dello zener, dovremmo avere la tensione scelta (12 o 24v), diversamente abbiamo montato lo zener al contrario.
Prima di mettere mano al circuito aspettate 1 minuto per dare il tempo a C1 di scaricarsi,
si continua montando il resto della componentistica e facendo attenzione al verso di C3, C2, D7 e D5, rispettando anche la piedinatura del bd139, mentre il relè è obbligato, non si può sbagliare.
A questo punto il montaggio è concluso, alimentando il circuito dopo circa 3 secondi sentirete il “click” del relè e misurando la tensione su x2 out troverete la 220v, segno che sta funzionando correttamente.
Concludo dicendo che il circuito mi ha soddisfatto, 3 secondi nel mio caso bastano per calmare i bollenti spiriti di spike del mio alimentatore CEP,
presto realizzerò altri 2 soft start da adattare agli amplificatori vhf/uhf da 1kw.
Maurizio.
Una domanda :
posso allungare il tempo di ritardo fino a circa 3 o 4 secondi ?
E come ? Penso agendo su R 2 ed R 3 ed il cap da 470 / 16 V , ma no saprei bene quale valore variare
Ho un ampli finale di potenza che devo avviare senza che mi intervenga la protezione del circuito elettrico
Non conviene aumentare il valore di R2, rischi di ridurre la corrente di base
del transistor a valori troppo bassi ottenendo condizione di incertezza.
Basta aumentare il valore di R3 e C3, posso dirti che con 33K e 470uF
si ottiene un ritardo di circa un secondo, quindi se sperimentalmente
aggiungi un condensatore in parallelo a C3 otterrai i tempi di cui hai bisogno.